La villa si erge su una terrazza naturale dalla quale si vedono il fondovalle e i crinali dei monti con l’antico borgo di Vinacciano nello sfondo; attorno, come quinte, i boschi di lecci e pini e lassù, poco più in alto, tra filari di viti e ulivi fa capolino il piccolo campanile di S. Michele.

La villa fu costruita nella seconda metà dell’800 su un preesistente edificio, forse rurale, da Dechend, austriaco, venuto in Toscana al seguito dei Lorena. Si presenta con doppia facciata, nell’interno il salone che collega i due ingressi, sul quale si affacciano le quattro stanze, le scale, i servizi; sotto le cucine ed al primo piano le camere.

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Un particolare dell opera di Armando Marrocco

IL GIARDINI SONORO DI GROPPOLI

Il giardino, nell’accezione più semplice e più consueta, è uno spazio nel quale si coltivano fiori e piante ornamentali ed è legato all’idea di proprietà privata, ma nel nostro caso è anche sede d’evasione “oziosa” e privilegiata (Erasmo da Rotterdam) per un periodo di quiete e di riparo dalle abituali fatiche di lavoro, pur rimanendo sempre una porzione di quel “paesaggio” disegnato dalla fantasia del giardiniere, che va ad integrarsi con la scenografia della struttura architettonica della casa padronale, che è la nostra villa di Groppoli, e i profili delle dolci colline toscane.

Il giardino è caratterizzato da enormi alberi e da una grande vasca alimentata dalla sorgente di S. Martino,offrendo numerose e invitanti proposte visive.. angoli segreti di verde si nascondono all’ombra delle piante secolari, oasi di meraviglia che aspettano di essere scoperte. L’antico pallaio diviene una stanza composta di pareti verdi a tutti gli effetti.

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Crocevia - Andrea Dami

Nel 2004 il giardino è stato arricchito da sculture “sonore" le quali, se sollecitate, oppure se accarezzate dal vento, provocano sensazioni acustiche. Tre sono gli scultori: Andrea Dami, Armando Marrocco e Jaume Plensa e tutti e tre usano il suono come completamento dell’opera d’arte. mentre la parte sonora è stata seguita da Luigi Tronci.

Queste opere  non sono le classiche statue convenzionali, fatte in pietra o in terracotta, raffiguranti dee e fauni tipici dei giardini romantici, ma sono dei preziosi “ferri” lavorati, segni del nostro tempo, che si inseriscono all’interno di quel “mare” frastagliato che è l’arte e l’arte visuale in questo caso e dalle quali si possono ottenere  armonie che danno vita ad interessanti progetti musicali.